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Arredo esterno, il centro brico s’impone in Europa


Se il mondo corre più veloce altrove, almeno mettiamoci comodi – e possibilmente all’aperto. Tra le incertezze che in questi mesi attraversano diverse economie Europee, si sarebbe tentati di leggere così il crescente interesse dei consumatori del nostro continente per l’arredo outdoor. E’ in realtà un trend sostenuto, già da diversi anni, dalla diffusione di una sensibilità sempre più condivisa per l’ambiente naturale, uno stile di vita salutare, le attività all’aria aperta.

Sull’onda di una tendenza favorevole, il valore del mercato dell’arredo outdoor in Europa Occidentale negli ultimi anni è cresciuto, e si aggira attualmente attorno ai 2.5 miliardi di Euro a prezzi di fabbrica (quasi il doppio a prezzi retail). La Germania, il Regno Unito, la Francia, l’Italia e la Spagna sono i mercati maggiori, che contano per oltre il 70% del consumo. Curiosamente, i paesi con la maggiore spesa pro-capite di arredo per esterni non sono quelli che godono delle migliori condizioni atmosferiche. La spesa è maggiore in Germania e Regno Unito (ma ad esempio anche Olanda e Belgio) rispetto a Italia e Spagna. Le differenze tra questi mercati in termini di reddito disponibile contano, ma forse non spiegano tutto: a detta di alcuni esportatori i paesi Nordici e dell’Europa continentale, pur godendo di un clima meno soleggiato, sono anche quelli con una cultura dell’outdoor più forte, in cui i consumatori sono disposti a spendere di più per godersi gli sprazzi di sole, oltre a una maggiore consuetudine ad allestire aree ‘outdoor’ all’interno delle case, sotto forma di giardino d’inverno.

Anche il sistema distributivo varia significativamente tra i paesi Europei, seppure alcune tendenze di fondo si riscontrino in tutti i mercati maggiori. Tra queste si possono richiamare la progressiva erosione della quota di mercato della distribuzione indipendente da parte dalla distribuzione organizzata, così come la crescita costante del segmento online.

Guardando ai maggiori mercati Europei, si stima che attualmente la distribuzione non specializzata in mobili conti per circa il 37%, di cui ii Centri Brico rappresentano il 26% e i Grandi Magazzini e Supermercati l’11%. Se il primo è forte ovunque in Europa nel segmento outdoor – più di quanto accada nel mercato del mobile nel suo complesso, Grandi Magazzini e Supermercati sono particolarmente competitivi in Francia, Spagna e Regno Unito, mentre hanno una quota di mercato inferiore in Italia e Germania, in cui stando alle stime CSIL si aggira attorno al 5%.

Le catene specializzate in mobili contano in media per il 23% e in diversi paesi la quota ha visto un aumento negli ultimi anni. La fetta di mercato delle catene specializzate è più alta in Francia e Germania che in Spagna, Italia, e Regno Unito.

In quest’ultimo paese – così come in Germania – giocano un ruolo particolarmente importante i Garden Centre, favoriti da una diffusa cultura del giardinaggio. In genere i Garden Centre inglesi tendono a offrire prodotti di arredo per esterni in stile classico – e del resto il Regno Unito è il paese che recepisce con più lentezza le mode del settore. Il passaggio da uno stile classico a uno contemporaneo, in atto da tempo in tutta Europa, è sensibilmente più lento qui rispetto agli altri paesi.

La quota dei Garden Centres è invece inferiore in Francia, Spagna e Italia (meno del 15%).

I negozi indipendenti giocano ancora un ruolo di primo piano in Italia, in cui si stima che la loro quota di mercato ammonti a circa un terzo, ma si tratta di un’eccezione nel panorama europeo: in media per i paesi considerati contano circa la metà.

Infine la quota di mercato degli etailers – gli operatori online “puri”, senza includere le vendite online dei distributori con negozi fisici, ammonta secondo una stima prudente a poco meno del 5%. Anche in questo caso con differenze non trascurabili tra i paesi in cui l’ecommerce ha iniziato prima la sua rincorsa sui canali tradizionali (in particolare nel Regno Unito), e quelli in cui il processo ha preso piede più lentamente (come l’Italia). Si tratta comunque di un canale in crescita in tutti i paesi osservati.

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