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Florovivaismo, carenza di materie prime e manodopera


florovivaismo, carenza materie prime e manodopera
florovivaismo, carenza materie prime e manodopera

Il problema dell’aumento dei costi delle materie prime e delle difficoltà di approvvigionamento ha raggiunto negli ultimi mesi anche il settore del florovivaismo, accompagnato per di più da una carenza di manodopera specializzata.

L’associazione nazionale di settore, Assofloro, ha avviato un tavolo tecnico per stilare un report degli incrementi, annunciando inoltre la scelta dei produttori di rivedere il listino prezzi per questo e il prossimo anno.

Dopo i lockdown, i blocchi delle vendite e tutte le difficoltà del 2020, e nonostante i segnali più che positivi della primavera 2021, una nuova e preoccupante conseguenza della pandemia affligge il comparto, come del resto i sistemi produttivi a livello globale.

“Le aziende dell’intero indotto florovivaistico sono costrette oggi a fronteggiare gravissime difficoltà di approvvigionamento con annessi importanti rialzi di prezzo, che mettono a rischio non solo i programmi di coltivazione e le relative produzioni, ma anche e soprattutto il sostentamento nel medio e lungo periodo delle stesse aziende”, ha reso noto la presidente di Assofloro Nada Forbici.

I numeri raccolti dal tavolo tecnico organizzato da Assofloro descrivono un generale rincaro delle materie prime, con alcune voci che in particolare destano “grosse preoccupazioni”.

Per la produzione e il commercio di fiori e piante si va da un +7/10% di piantine e talee, di terriccio e substrati, tutori e packaging, al +12/15% di vasi, cassette e box di plastica e cartoni, fino a un +30% di film plastici e coperture per le serre.

Aumentano anche i costi per l’energia (+40% rispetto allo scorso anno per quella elettrica, +50% previsto per il metano il prossimo inverno, +20% il gasolio) e in generale l’impiantistica segna un +5%. Lo smaltimento dei rifiuti – che ha costi variabili sul territorio – ha segnato in alcune aree un +50%, Conai un +200%. Materie prime come il ferro e il legno sono in continuo aumento, con il primo a +300% rispetto a tre anni fa.

A queste cifre vanno aggiunte quelle riferite alla manodopera, il cui costo è aumentato di 3-8 punti percentuali. “Sono gravi e preoccupanti – prosegue Forbici – i problemi legati alla disponibilità di manodopera specializzata, più che mai difficile da rinvenire e distratta da sussidi e altri contributi statali”.

Come far fronte a questo importante aumento? In risposta a questi problemi i produttori di Assofloro hanno stabilito di rivedere e adeguare il listino prezzi per il 2021 e il 2022, “non con lo scopo – chiarisce la presidente – di avviare una inopportuna speculazione, ma per difendere quel nuovo corso di cui tutti dovranno farsi promotori al fine di assicurare al nostro settore un futuro dignitoso e basato su una crescita sostenibile”.

“Con l’intento di mantenere il giusto reddito per il produttore, l’aumento dei prezzi è stato fatto in maniera molto sensata – conclude Nada Forbici – per far capire anche che spesso il produttore non sa quanto gli costa produrre. Inoltre abbiamo cercato, dove possibile e in alcuni ambiti, il dialogo con le imprese che si occupano delle materie prime che ci servono, per calmierare questi incrementi, che in parte sono effettivamente dovuti al rincaro delle materie plastiche, ma in parte, purtroppo va detto, nascono anche da una sorta di strumentalizzazione. Il Covid-19 ha lanciato una sfida all’intero comparto ponendo gli operatori di fronte a un bivio: continuare a chiudersi nei propri individualismi oppure crescere insieme e garantire una dignità a tutto il settore?”.



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