Ten: DIY and Garden
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Monitoraggio GDS Brico&Garden Dicembre 2020. L’analisi


Come ha terminato, questo infausto 2020, la rete del bricolage italiana? Decisamente meglio del previsto e molto meglio rispetto ad altri settori merceologici del non food.Lo attestano i dati GFK rilasciati in anteprima a TEN-diyandgarden.

Dati che, rispetto alle stesse previsioni della società di ricerca, hanno fatto registrare una tenuta al di sopra delle aspettative. Se infatti ricordiamo le ultime informazioni aggiornate al mese di settembre, che davano il mercato della GDS del bricolage a -1,4% di vendite rispetto al 2019, alla fine del 2020 la rete fa registrare una flessione solo dello 0,3%, pari ad un totale mercato di 4,7 miliardi di euro.

Un risultato che passa dai terrificanti mesi di marzo e aprile (fino a -56% di vendite), una sfolgorante ripresa culminata nel mese di maggio con un +44%, e un quasi ritorno alla normalità dei mesi autunnali, nonostante i diffusi periodi di lockdown, con un buon mese di dicembre che ha fatto registrare un aumento delle vendite del 5,1% rispetto al 3,3% dello scorso 2019.

Di fatto un buon risultato se paragonato, come abbiamo già ribadito, ad altri settori del non food che versano in condizioni drammatiche e che potrebbe addirittura aumentare se affiancato al risultato del dettaglio tradizionale; risultato che ancora non conosciamo ma che sappiamo essere stato premiato, in quanto commercio di prossimità. Inoltre, quanto ha inciso l’ecommerce? Difficilissimo a dirsi. Le insegne non lo estrapolano dal dato complessivo di fatturato, non lo dichiarano e molto poco si sa anche dei pure player, se non che il dato generale relativo al commercio elettronico è stato molto positivo per tutti.

Gli unici dati certi, ovvero dichiarati, relativamente al commercio elettronico nel nostro settore e di cui siamo in possesso, sono i fatturati raddoppiati per Agrieuro, che ha superato gli 85 milioni, e ManoMano con 130 milioni di fatturato in Italia, nel 2020.

Lo sviluppo (o meno) della rete

Dopo un primo semestre all’insegna del calo della rete dei centri brico, mitigata dall’ingresso nel monitoraggio di Centro Brico Lo Gatto e dei suoi quattro punti vendita, il secondo semestre inverte la rotta ma di poco. Infatti, non fosse per l’inserimento di altre due insegne, Brico Casa e Brico+ La Quattro, con 8 negozi, il saldo sarebbe di appena un punto vendita in più rispetto a giugno 2020 ma di una unità in meno rispetto al 2019, ovvero 787 a 788.

Il totale, con i nuovi inserimenti porta il nostro monitoraggio a 795 punti vendita, tuttavia la fotografia della nostra analisi mostra una sostanziale stabilità nello sviluppo della rete, ma un significativo movimento all’interno del parco negozi. Innanzitutto, l’affiliazione, che nell’appena concluso 2020, raggiunge il punto più basso con appena 178 punti vendita e una flessione quasi del 12% rispetto al 2019. Peggio ha fatto solo il 2012 con un -12,3%. Sicuramente, in questo senso, i 14 punti vendita in meno di Bricofer pesano sul risultato generale, insieme ai -8 negozi ad insegna Brico io. Per quanto riguarda Bricofer ci sono state delle chiusure e delle fuoriuscite, su tutte quella della famiglia Cangianiello che ha dato vita alla nuova insegna Bricoware; per Brico io va detto che parte dei punti vendita persi in qualità di affiliati, si sono trasformati in diretti grazie all’acquisizione di parte dei negozi dell’affiliato Fraschetti. Infine possiamo aggiungere anche Bricocenter che perde un affiliato, mentre l’unica insegna con un saldo positivo nella “colonna” affiliazione è Brico Ok, con la recente apertura di Traversetolo, in provincia di Parma, nello scorso mese di novembre 2020.

Per contro, le stesse insegne sopra elencate hanno invece incrementato il numero dei negozi a conduzione diretta. Bricofer di 6 unità, anche se uno di questi è l’ex Self di Perugia, recentemente riconvertito all’insegna dell’elefante; Brico io aumenta i negozi a gestione diretta di 7 unità rispetto al 2019 e Brico Ok chiude il 2020 con un saldo di 4 diretti in più.

Detto questo, va sottolineato che nel 2020 sono solo tre le insegne che hanno aumentato il numero dei punti vendita: Brico Ok, con un robusto saldo di ben 5 negozi in più rispetto al 2019, dei quali 4 a gestione diretta, a testimonianza della sua solidità nel mercato; Bricolife che al netto tra aperture e/o ingressi incrementa di 3 il numero dei negozi e, infine, Bricoman che passa da 23 a 24 punti vendita con l’apertura del secondo negozio nella Capitale. Per quest’ultima insegna siamo in attesa di ben 4 aperture annunciate (alcune di queste imminenti): Udine, Venegono Inferiore, Aprilia e Pisa.

Le altre insegne sono rimaste sostanzialmente ferme e alcune con qualche flessione nel parco negozi. Le già citate Bricofer con 8 negozi in meno e Brico io che passa a 108 negozi; Bricocenter oltre all’affiliato di cui sopra chiude anche due negozi diretti: la chiusura dello storico negozio di Cagliari-Marconi e quello di Ragusa. Per contro va sottolineato l’importante processo di restyling che l’insegna sta portano avanti e che attualmente, dopo Parma, vede coinvolti i negozi di Venaria Reale in Piemonte e Falconara Marittima nelle Marche. Archiviata (parrebbe proprio) l’ipotetica fusione con Leroy Merlin, Bricocenter procede con la revisione completa del format e delle gamme che sta portando, come dichiarato dagli operatori dell’insegna, ottimi risultati e che fa del servizio e soprattutto del personale il suo grande punto di forza. Segnaliamo due unità in meno anche per Self ( ma una è la riconversione di Perugia in Bricofer) ed Evoluzione Brico. Anche Utility chiude a Domodossola, dove aveva due negozi, il punto vendita di 2.200 mq in via Torino.

In termini di metratura, la quantità di metri quadrati dedicati alla moderna distribuzione del bricolage aumenta, al netto delle nuove insegne del monitoraggio, di oltre 14.000 mq, merito soprattutto degli oltre 20.000 mq del punto vendita romano di Bricoman che, insieme alle altre aperture, va a compensare la riduzione delle superfici di alcune insegne, tra queste Bricofer che perde oltre 20.000 mq e Bricocenter con poco meno di 7.000 mq. L’aumento della superficie totale a poco più di 2,2 milioni di metri quadrati non incide però sulla superficie espositiva media che, anzi, al contrario flette leggermente, passando da 3.212 a 3.200 mq. Diciamo che rimane stabile. Una stabilità cui hanno contribuito anche le due new entry, ovvero Brico Casa e Brico+ LaQuattro.

La prima, Brico Casa, da non confondere con l’omonimo Brico Casa di Deodato, è di stanza in Campania, con 4 negozi compresi tra i 200 e i 2.500 mq., dei quali 3 in provincia di Caserta e uno ad Avellino. Sempre 4 sono i punti vendita dell’Insegna Brico +, della società La Quattro che lavorano tutti in Lombardia, in provincia di Varese.

Ragionando in termini di aggregazioni, reali e commerciali, è interessante sottolineare come l’unione commerciale tra Brico Io e Bricolife che ha dato vita a Sistema rappresenti, in termini di presenza sul territorio, l’aggregato più importante della rete del bricolage con una quota del 24%, seguiti dal gruppo Adeo con il 17% e il Gruppo Bricofer con il 15%. Da notare che Brico Ok da solo vale il 13% dei punti vendita censiti dal monitoraggio di TEN-diyandgarden.

Particolarmente interessante si rivela l’analisi della distribuzione territoriale delle insegne del bricolage, nella classica suddivisione per aree Nielsen, dove gli estremi rappresentati dall’Area 2 con 12 insegne e  l’Area 4 con 21, dà l’idea di quanto sia ancora importante la frammentazione al Sud Italia e quanto il legame culturale con il classico dettaglio “tradizionale” sia ancora forte. Vedremo se in futuro questa situazione seguirà l’evoluzione delle altre aree d’Italia che vedono, ad esempio, il Nord Ovest e il Centro con una situazione più bilanciata entrambe con 16 insegne presenti nelle regioni rappresentate. Solo per fare un esempio, a fronte delle 29 insegne italiana analizzate dal Report GDS di TEN-diyandgarden, la Francia ne presenta 14.

Per quanto riguarda i format, segnaliamo la nascita della nuova insegna Greeny dedicata a garden e Pet che, anche se non in lista perché con un solo punto vendita, rappresenta una novità per il panorama della gds specializzata. Inoltre, segnaliamo l’esperimento di Bricofer verso la formula multi department store realizzata a Perugia con l’ingresso di nuove merceologie e marchi privati e dove l’elettrodomestico rappresenta la novità più vistosa. Segnaliamo anche l’accordo di Brico io con COR.EL Forniture, società specializzata nell’elettrico e termoidraulica, con la realizzazione di un corner firmato Brico io di 300 mq nel punto vendita di Villacidro, in Sardegna. Sparisce, al contrario, un format che ci era piaciuto molto. Si tratta di Zodio, insegna del gruppo Adeo con 3 punti vendita che purtroppo scompare dal panorama distributivo italiano.

Infine, il futuro. L’anno appena iniziato ha visto subito l’ingresso in FDT Group di un nuovo affiliato. Si trova ad Ardenno, in provincia di Sondrio e si chiama Frondini Pianeta Casa. Dispone di un negozio con una superficie intorno agli 800 mq.

Al momento sappiamo che breve è prevista l’apertura di un nuovo Brico OK a Brescia mentre aspettiamo con un molta curiosità il nuovo negozio Leroy Merlin di Ancona, il più sostenibile mai progettato e costruito dall’insegna. Per Brico io ci affidiamo alle dichiarazioni di Daniele Ferrè, presidente di Coop Lombardia, che ha recentemente dichiarato l’intenzione di aumentare il numero dei negozi dell’insegna, mentre Bricoman dovrebbe portare all’apertura tutti e 4 i negozi sopracitati.



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