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Leroy Merlin e Bricocenter, incontro con i sindacati


E’ stato richiesto per domani, 27 marzo, un incontro tra le due insegne del bricolage e le categorie sindacali CGIL Filcams, CISL Fisascat e Uiltucs.

Se l’emergenza Covid-19 è, in primo luogo, sanitaria, l’aspetto economico comincia a premere sulle azioni del Governo che, peraltro, proprio mentre stiamo scrivendo, si annunciano necessariamente più corpose di quanto inizialmente previsto.

Produzione rallentata, esportazioni e distribuzione quasi del tutto ferme sono l’impietosa fotografia del nostro Paese, in questo mese di marzo. Eccezion fatta per le vendite on line e la distribuzione alimentare che stanno viaggiando con incrementi di fatturato molto significativi ma anche con qualche problema di carattere organizzativo.

E’ infatti di questi giorni la riflessione (e qualche sciopero annunciato) sulle aperture domenicali dichiarata da molti non opportuna sia per far prendere un momento di pausa ad un personale già quotidianamente sotto pressione sia per la sanificazione degli ambienti.

Per paradosso, tutto il non food, soffre di una quasi totale paralisi e anche chi è aperto ha visto diminuire molto l’affluenza dei clienti sia per gli effetti sulla limitazione degli spostamenti sia per il fermo delle imprese edili e degli artigiani connessi alla ristrutturazione e manutezione.

Un problema di non poco conto sia per le insegne e il retail specializzato del nostro settore che hanno deciso di rimanere aperti sia per coloro cha hanno optato per la chiusura, tant’è che proprio nella giornata di ieri Federdistribuzione ha pubblicato una proposta a 5 punti sul quotidiano il Sole24 Ore, con i loghi, tra gli altri, delle insegne del gruppo Adeo e OBI Italia. Insomma, in una richiesta di aiuto e agevolazioni per fra fronte alla crisi di liquidità che si verrà a creare.

Il videoincontro del 16 marzo

E’, crediamo, in questo contesto, che va inquadrato l’incontro di domani tra Leroy Merlin e Bricocenter. L’antefatto risale al 16 marzo scorso quando Filcams, Fisascat e Uiltucs furono contattate da Fabrizio Leopardi in rappresentanza delle due insegne. Oggetto la decisione di chiudere i punti vendita italiani (dopo una prima decisione per l’apertura), dal 16 al 22 marzo compreso, come espresso dalla nota Uiltucs, “al fine di salvaguardare la salute del proprio personale e della clientela, di mettere in campo una ristrutturazione degli spazi”.

Comunicando la riapertura per il 23 marzo, a ranghi ridotti, Leopardi specificò anche che erano in attesa che venisse licenziato il DM “per attivare l’ammortizzatore sociale (cigs) sin dallo scorso 14 marzo”; ammortizzatore che oggi sappiamo essere di 9 settimane.

Dal canto loro Filcams, Fisascat e UILTuCS “hanno chiesto che lo stesso venga utilizzato attraverso la rotazione dei lavoratori e che vi sia l’anticipo del trattamento di sostegno al reddito da parte aziendale”.

L’appuntamento del 27 marzo

Se in quell’occasione l’azienda condivise il principio della rotazione rimandano la discussione all’uscita del decreto, così non dev’esser stato, dato che la lettera delle categorie sindacali è giunta alle insegne il successivo 24 marzo, un giorno dopo la riapertura, con la richiesta di un incontro urgente per il 27 successivo.

Nella lettera si legge che ” Le scriventi organizzazioni sindacali, con la presente, sono a lamentare la mancanza di attivazione degli ammortizzatori sociali. In particolar modo, evidenziano che, le chiusure imposte, sono state gestite ponendo e scaricando il peso delle stesse solo ed unicamente sulle spalle delle maestranze, sebbene l’azienda, sia nelle condizioni di attivare gli ammortizzatori sociali”

Da questo presupposto la richiesta d’incontro ” in plenaria per discutere di ammortizzatori, ritenendoli strumento utili le per superare la difficile congiuntura Imprevista e, di certo, non imputabile a nessuna delle parti”.

Una vicenda che va sicuramente chiarita, ma va interpretata anche all’insegna dell’incertezza che ha contraddistinto e continua a caratterizzare questo drammatico mese di marzo, dove la velocità della diffusione del covid-19 è stata tale da cogliere tutti impreparati e di sorpresa. Basta guardare anche ai dubbi e le perplessità che hanno avuto ( e continuano ad avere, mi pare) le ferramenta sulla possibilità di aprire o meno. La materia è complessa ma è necessario far fronte e agire.

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