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Leroy Merlin, apertura ad Ancona in primavera


L’insegna aprirà il punto vendita più sostenibile. Il negozio è stato progettato per ridurre al minimo le emissioni nocive sia durante la costruzione sia per tutto il suo ciclo di vita. La “summa” di 49 punti vendita.

Per l’azienda l’apertura del negozio marchigiano, il primo nella regione, rappresenta un importante passo in avanti nel consolidamento della propria strategia di sviluppo sostenibile votata alla “generatività”, con l’obiettivo di ridurre il proprio impatto ambientale e creare valore condiviso con il territorio e la sua comunità.

Il concept del punto vendita di Ancona, che sarà inaugurato nella primavera del 2021 nell’ex zona industriale della Baraccola, è stato pensato per ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente e sul territorio, in particolare in termini di emissioni di CO2. Un modello che vuole rispondere in modo concreto ai principi delle “3 R” dell’economia circolare: “riduzione, riuso e riciclo”.

“Il punto vendita di Ancona rappresenta una tappa importante di un percorso di sviluppo sostenibile che definirà nuovi standard nell’esperienza di Leroy Merlin in Italia – ha dichiarato Dario Ternavasio, Store Leader del punto vendita di Ancona di Leroy Merlin Italia -. In questo negozio, infatti, abbiamo raccolto e messo in pratica tutte le conoscenze maturate negli anni sull’efficientamento energetico e su metodi di costruzioni a basso impatto ambientale. I nostri negozi sono la nostra principale vetrina e il luogo in cui entriamo in relazione con le persone che abitano il territorio. Per questo è fondamentale che riflettano il nostro impegno per la sostenibilità, in particolare quella ambientale”.

Ancona, il risultato di 49 negozi

Il cantiere del punto di vendita di Ancona raccoglie in un unico sito tutte le innovazioni in termini di tecnologia, di costruzione e di manutenzione impiegate dall’azienda negli anni nei suoi 49 punti vendita. A partire dai materiali e dal loro ciclo di vita: un’accurata indagine sulla rete di negozi, infatti, ha consentito di individuare le principali cause di guasti e di danni e quindi di ridurre in modo considerevole il numero di riparazioni e il conseguente ricorso ai trasporti, con un taglio di emissioni di CO2 stimato pari a 5 mila chili ogni anno. Grazie ad analisi puntuali e processi di ottimizzazione realizzati dall’Ufficio Tecnico di Leroy Merlin Italia, inoltre, durante la fase di costruzione del negozio è stato possibile evitare la dispersione nell’atmosfera di circa 50 tonnellate di CO2, evitando l’utilizzo di 45 camion e 20 betoniere.

L’impegno verso l’ambiente e, in particolare, la volontà di ridurre l’impatto del cantiere sul territorio di Ancona ha determinato anche la scelta delle materie prime: il 70% dei materiali utilizzati per i riempimenti proviene da vecchie costruzioni demolite, mentre il 90% delle terre di scavo è stato riutilizzato in loco. Inoltre, l’80% dei materiali utilizzati, come per esempio il fabbricato, è quasi interamente riciclabile. Anche in fase di design è stata posta una particolare attenzione alla riduzione dell’impatto sull’ambiente: la progettazione degli impianti, nel dettaglio, ha consentito di risparmiare l’impiego di circa 17 mila chili di metalli come rame e ferro. Una filosofia che ha accompagnato anche il nuovo design dell’insegna, icona per eccellenza di ogni punto vendita di Leroy Merlin, il cui restyling ha consentito un risparmio di 500 kg di alluminio e di 100 kg di plastica.

Grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto, con una potenza complessiva di 485 kWp, il punto vendita sarà autosufficiente dal punto di vista energetico per il 50% grazie a una produzione annua stimata pari a 614 MWh di energia rinnovabile, che garantirà una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera di circa 193 tonnellate all’anno. Un risparmio potenziato anche da una progettazione ad hoc: grazie a all’ottimizzazione dell’altezza del punto vendita di Ancona, è stato possibile ridurre di circa 10.000 metri cubi la quantità di aria da trattare per il riscaldamento e il raffreddamento, con un conseguente risparmio di circa 200 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno e una riduzione dei consumi energetici del 30%.



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