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Confcommercio, mobili e ferramenta -23,2%


Un Osservatorio sulla demografia delle imprese nelle città italiane per monitorare l’andamento di esercizi commerciali e altre attività per cogliere i cambiamenti e, conseguentemente, neutralizzare eventuali patologie. Questo il senso del lavoro di Confcommercio, con il contributo di Si.Camera (Agenzia delle Camere di commercio) che, in questa quarta edizione de “Demografia d’impresa nelle città italiane” ha appena concluso un’analisi su 120 comuni, di cui 110 capoluoghi di provincia e 10 comuni non capoluoghi più popolosi (escluse le città di Milano, Napoli e Roma perché essendo multicentriche non è possibile la distinzione tra centro storico e non centro storico).

Nei 120 comuni di medie dimensioni interessati dall’indagine risiedono 13,6 milioni di abitanti, circa il 23% della popolazione italiana; i negozi sono stati distinti per location: centro storico (CS) e resto del territorio comunale (NCS).

13 le categorie merceologiche degli esercizi al dettaglio analizzati, tra questi, ferramenta e mobili. Gli altri sono: alimentari, rivendite tabacchi, farmacie, carburanti, computer, telefonia, libri, giocattoli, tessili, abbigliamento e commercio ambulante. Sono stati aggiunti anche alberghi e ristorazione.

I risultati dell’indagine si riferiscono al periodo 2008-2018 e per le tabelle regionali si riportano i risultati degli anni 2008, 2016, 2018.

Nel 2018 sono stati censiti oltre 150 mila esercizi del commercio al dettaglio, pari al 24,4% del totale del commercio al dettaglio in Italia e circa 82 mila attività di alloggio e ristorazione, pari al 23,8% del totale di questo settore in Italia.

Dal 2008 al 2018

Quando i consumi pro capite scendono il numero di negozi si riduce. Lapalissiano, ma purtroppo non è vero il contrario, dato che quando i consumi salgono il numero di negozi resta costante perché si fa efficienza (cresce il fatturato per mq. e cresce il numero di abitanti serviti per negozio in sede fissa: + 15% circa nel decennio)

La popolazione ha un impatto positivo sull’offerta commerciale: ciò implica che la sua riduzione nel corso dell’ultimo biennio costituisce un ulteriore e nuovo pericolo di desertificazione delle città, a parità di altre condizioni.

Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione ha un ruolo ambiguo: può essere indice di declino con un impatto negativo sul numero di negozi, ma una popolazione meno giovane utilizza, a parità di condizioni, meno il commercio elettronico.

I canoni di locazione sono diminuiti, soprattutto nei negozi più periferici, rendendoli più attraenti a scapito dei centri storici, tanto che il differenziale in negativo è del 10%.



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