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Multicanalità in ferramenta. A che punto siamo?


di Giulio Le Serre

Se parliamo di store e store virtuale, le potenzialità appaiono infinite. Ma bisogna usare cautela, soprattutto per quanto concerne il mantenimento della propria identità di brand. Infatti, il web spesso confonde, generalizza.

Questa la premessa all’indagine, condotta da Interactive Research, svoltasi tra i mesi di giugno e luglio scorsi, e presentata all’ultimo Hardware Forum, che ha fatto emergere alcune informazioni interessanti. Il 51% del campione analizzato si dedica ad un’attività mista, tra store e web; il 31% rimane classificato come negozio tradizionale mentre il 18% si qualifica come store professionale.

È evidente, quindi, una ricerca sempre più improntata verso lo sfruttamento della multicanalità. Ma se il trend di sviluppo appare ben orientato, diversi sono i metodi con cui le aziende lo applicano. Un dato sicuramente da tenere in considerazione è evidenziato dalla scelta del canale e-commerce: un 45% del campione ha deciso di sviluppare una piattaforma di proprietà per dedicarsi all’attività, escludendo così il supporto dei market place internazionali come Amazon e E-Bay.

Questo essenzialmente è motivato per creare e gestire un catalogo personale, per conservare una forte identità aziendale anche sul web. Naturalmente molti evidenziano che l’impegno di dedicarsi ad un’attività simile genera un dispendio elevato di risorse e di tempo. Nonostante queste criticità, circa il 52% degli utilizzatori misti si dice soddisfatto dell’andamento dell’attività multicanale, considerando le merceologie più richieste sul web, quali utensili ed elettroutensili.

Nonostante la giovane età, l’attività e-commerce delle ferramenta, in genere, appare in forte crescita e di grande interesse per le aziende. A livello di fatturato si stima che il 7% di vendite derivi dall’on-line, con una prospettiva di incremento stimato intorno al 10% nei prossimi anni.

In merito al discorso sul ritorno economico interviene Gianluca Borsotti – esperto di e-commerce e commercio digitale on-line – il quale puntualizza alcuni temi sull’analisi di redditività. “Per avviare un’attività di e-commerce bisogna investire inizialmente una grande quantità di denaro. Se i risultati possono essere molto positivi e anche vero che bisogna approcciarsi al web con una strategia ben precisa. I lavori di set up e di gestione infatti impegnano molto dal punto di vista finanziario le aziende. Si deve in questo avere sempre ben in mente che il mercato on-line è uno spazio trasparente, dove vige la legge del prezzo più basso. È chiaro che su internet non ho il contorno di servizi che posso avere in negozio. Per cui si dice che sul web vince il best price. Per questo motivo è indispensabile trovare un posizionamento chiaro e preciso, che dia al mio prodotto venduto un’unicità di servizio per differenziarlo – un’offerta personalizzata quindi. Devo perciò trasmettere un vantaggio esclusivo alla mia offerta, esprimibile in varie opzioni: dalla consegna ai metodi di pagamento, dall’assistenza ai servizi annessi. Bisogna perciò differenziare la propria offerta al di là del prezzo e avere cura di targettizzare la propria clientela con precisione. Tutte questioni che vanno ponderate bene prima di buttarsi nell’avventura del web, per evitare di essere divorati dalla sua immensità e per recuperare positivamente gli investimenti iniziali”.



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