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Di ritorno dall’Eisenwarenmesse 2016




L’appuntamento biennale con la Fiera di Colonia è nella tradizione del mercato della ferramenta mondiale da ormai una cinquantina d’anni e anche in questa edizione 2016 appena conclusa si è confermata come l’unico vero punto di riferimento fieristico internazionale per la ferramenta e l’utensileria.

Certamente non si può dire che anche l’Eisenwarenmesse non abbia sofferto, prima della crisi economica, la crisi che sta percorrendo ormai da anni gran parte del sistema fieristico europeo. Basti pensare che negli ultimi dieci anni la fiera della ferramenta di Colonia è passata dai 3.491 espositori del 2006, agli attuali 2.670, con un calo di visitatori da 75 mila ai 44 mila di questa edizione 2016.

Gli espositori italiani con cui ci siamo intrattenuti hanno avvertito anche quest’anno il costante calo del numero dei visitatori, tuttavia abbiamo comunque registrato un buon livello di soddisfazione. Onestamente bisogna riconoscere che tutti i 44 mila visitatori registrati erano operatori qualificati e, per quanto in calo rispetto alle precedenti edizioni, erano pur sempre 44 mila operatori economici provenienti da 124 diverse Nazioni. Non sono pochi, infatti gli stand erano costantemente affollati e ai tavoli delle trattative la concentrazione era davvero molto elevata.

Tutte queste considerazioni riguardano gli espositori “occidentali” dei padiglione 4, 5 e 10, per quanto riguarda le aziende “orientali”, con la Cina in testa, che la facevano da padrone nei padiglioni 1, 2, 3, e parte del 5, abbiamo avuto la sensazione che il flusso di visitatori fosse numericamente meno importante.

Naturalmente tutte le aziende italiane da cui ci siamo intrattenuti hanno notato anche quest’anno con un certo fastidio la forte presenza di espositori orientali. Un boccone indigesto che però è indispensabile digerire se si vuole che l’Eisenwarenmesse continui ad esistere con i livelli di importanza e di internazionalità che le competono.

Molto interessante e applaudito con convinzione da Katharina C. Hamma, chief operating officier di Köln Messe, è stato il DIY Boulevard: 230 metri lineari che attraversavano il padiglione 5.1, apparecchiati con stand preallestiti molto ben fatti (una parete espositiva e un bancone di ricevimento) e con una presenza di una quarantina di aziende, tra cui alcune particolarmente importanti, come Fischer, Tesa, Steinel e altre che da tempo disertavano l’appuntamento di Colonia. Dell’esperienza del DIY Boulevard parliamo anche in un altro articolo, corredato da un filmato che illustra nel dettaglio gli spazi espositivi, gli allestimenti e le aziende.



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