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Scampato pericolo per le vernici italiane


L’allarme è stato lanciato da Assovernici, l’associazione italiana che raggruppa le maggiori aziende del settore. Oggetto dell’allarme è stata il ventilato inserimento della merceologia dei prodotti decorativi per l’edilizia nel nuovo Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR, dall’inglese Construction Product Regulation), emanato dal Parlamento Europeo ed entrato in vigore l’estate scorsa, abrogando la direttiva 86/106/CEE2 del Consiglio Europeo (la CPD, direttiva Prodotti da Costruzione) e armonizzando le regole europee in merito alle prestazioni dei prodotti da costruzione in rapporto alle loro proprietà essenziali e all’uso della marcatura CE su detti prodotti.

Assovernici non ha contestato il nuovo regolamento in se, bensì l’inserimento della merceologia dei prodotti decorativi per l’edilizia all’interno dello stesso. La contrarietà parte dalla considerazione che il mercato europeo annovera migliaia di prodotti vernicianti decorativi per lo più realizzati da piccole e medie imprese, già afflitte dalla crisi economica mondiale, che dovrebbero, per rispondere alle nuove normative armonizzate, produrre uno sforzo e sostenere un costo sproporzionati senza di fatto offrire nessun valore aggiunto per i consumatori.

L’Associazione Italiana dei produttori ha argomentato le sue ragioni sostenendo che “i Prodotti decorativi per l’edilizia (ai fini del presente documento, pitture e prodotti riempitivi) sono applicati su pareti, soffitti o pavimenti fondamentalmente per scopi decorativi e non conferiscono caratteristiche che influiscano sulle prestazioni della struttura edilizia. Gli strati di applicazione sono molto più sottili di quelli dei supporti che coprono e le modifiche a livello superficiale (in termini di colore e di consistenza materica) non modificano le prestazioni del supporto o dell’opera edile”.

I prodotti decorativi per l’edilizia – prosegue il comunicato di Assovernicisono particolarmente versatili e sul loro consumo influiscono il fattore estetico e il gusto personale. Generalmente vengono scelti in armonia con altri elementi dell’arredamento (tendaggi, finiture dei pavimenti, mobili ecc). Le caratteristiche essenziali indicate nel CPR non costituiscono motivazioni d’acquisto da parte di chi provvede ad applicare tali Prodotti decorativi per l’edilizia. In comune hanno soltanto una delle proprietà essenziali: quella di esigere che I Prodotti da costruzione evitino rischi per l’ambiente e non mettano a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori edili o degli occupanti degli edifici”.

In effetti – conclude il comunicato -, i Prodotti decorativi per l’edilizia sono dei prodotti di consumo (al pari, per esempio, degli agenti per la pulizia domestica) e la prevenzione dei rischi per l’ambiente, per i lavoratori edili e per gli abitanti degli edifici di detti Prodotti decorativi è già contemplata nelle norme legislative vigenti. Quale che sia la forma di messa in commercio, detti prodotti sono regolati nell’Ue dal regolamento REACH 1906/2006 riguardo alla composizione mediante gli scenari di esposizione e dalla Direttiva Prodotti 2004/42/CE per quanto riguarda le potenzialità di emissione di COV. Riguardo agli effetti sugli occupanti non esistono ancora normative o strumenti legislativi, ma la CE sta affrontando la questione nell’ambito della tematica della Qualità dell’aria interna. L’industria delle pitture sta collaborando con gli organismi pertinenti interessati al fine di accumulare conoscenze su tali effetti”.

La pressione di Assovernici e la condivisione delle argomentazioni hanno portato il CEPE, l’Associazione europea dei produttori di vernici, durante la riunione dell’11 febbraio del Comitato Permanente per la Costruzione, ad ottenere l’esclusione dei prodotti decorativi per l’edilizia dalla categoria dei prodotti da costruzione. Obbiettivo quindi raggiunto e allarme rientrato.



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